La Regola: radici in Toscana, futuro all’estero – WINEMAG.IT

MILANO – 22.2.2019

Meno di 10 chilometri dal mare azzurro di Cecina, poco più di 20 dal mare rosso di Bolgheri. Se La Regola è una, meglio si trovi tra due cose belle. Ma con la propria identità. A presentare la cantina-gioiello di Riparbella (PI) ci ha pensato ieri uno dei suoi due fratelli titolari, Flavio Nuti.

Appuntamento al Tartufotto by Savini Tartufi, in zona Cairoli a Milano, per un pranzo-degustazione dall’accento tutto toscano: vino e piatti “conditi” da generose spolverate della varietà “bianchetto”, tartufo noto anche col nome di “marzuolo”, che predilige litorali sabbiosi (costa un decimo del “Bianco” ma è davvero ottimo).

I VINI DE LA REGOLA
A sorpresa, ma nella migliore delle tradizioni, si comincia con una “bollicina”. Il Brut Nature Metodo Classico Millesimato de La Regola. Base Manseng, con un 10% di Chardonnay a completare un naso e un sorso di gran carattere. Acidità viva, citrina, quasi dura, solleticata da un perlage fine, cremoso.

“Molto più di una scelta commerciale – spiega Nuti -. Da un lato, con questo Champenoise, veniamo incontro alla crescente richiesta di bollicine sullo splendido litorale nel quale operiamo. Dall’altro offriamo agli intenditori un’etichetta di qualità, capace di distinguersi a partire dall’utilizzo di una varietà rarissima in Italia, come il Manseng”.

Trentasei mesi sui lieviti sono un periodo utile a rendere tutt’altro che banale l’esperimento. Ottomila bottiglie in versione Brut, per ora. Un numero destinato certamente a crescere, visto il trend del mercato e il grande “senso” di queste unconventional bubbles.

Segue l’assaggio del bianco top di gamma di casa La Regola. Anche in questo caso la scelta dei fratelli Nuti non è banale. “Lauro” è un blend di Viognier e Chardonnay, Costa Toscana Igt. Un vino che parla di mare e di serate con gli amici, in maglietta. Ma anche di abbinamenti che in altri casi risulterebbero azzardati.

Un bianco di struttura, capace di liberare con garbo il calore intrappolato dai grappoli di Viognier, avidi di sole e di brezza marina. Bello, in bocca, l’equilibrio tra la frutta matura e la delicata vena speziata, unita a un legno dosato, che si esprime su precisi rintocchi di vaniglia. Un vino “di” e “da” mare.

I VINI ROSSI
E’ poi la volta del Rosso Toscana Igt 2015 “Vallino”. Cabernet Sauvignon (85%) e Sangiovese (15%) affinati in barrique di secondo e terzo passaggio, messo in commercio dopo almeno 12 mesi di bottiglia. Un rosso che risponde bene a “Lauro”, per la sua capacità di coniugare bevibilità e freschezza.

Il naso colpisce per le sue pacate e tipiche tinte erbacee, corroborate da richiami leggeri alla frutta secca. Il frutto rosso è estremamente preciso al palato. Il legno, ancora una volta, è stato utilizzato con grande maestria da La Regola. Si rivela sotto forma di piacevoli sbuffi di caffè e caramella mou. Chiude il sorso una bella vena salina.

Ma è “La Regola” il vino paradigma della cantina di Riparbella. Nel calice la vendemmia 2015 di questo Rosso di Toscana Igt, prodotto con uve Cabernet Franc in purezza. Vino paradigma non solo per il nome, ma soprattutto per la sua capacità di raccontare l’attitudine della cantina per la qualità.

E’ il vino che più colpisce de La Regola, per la sua capacità di essere tanto tipico, “toscanaccio”, quanto internazionale. Un Cabernet Franc dal verde garbato e dal tannino integrato ma di prospettiva.

Grandissima bevibilità nonostante i 14,5% d’alcol in volume, grazie a una freschezza assoluta. Frutto e liquirizia a giocarsi il centro bocca, prima di una chiusura elegante, lunghissima. Utilizzato ancora una volta molto bene il legno: i 18 mesi in barrique nuove di rovere francese esaltano il resto del corredo. Chapeau.

In una zona di “Super Tuscan”, non poteva mancare il Merlot. E allora ecco “Strido”, altro Rosso di Toscana Igt. In degustazione al Tartufotto la vendemmia 2013 del vino di punta de La Regola, ottenuto in seguito a selezione manuale degli acini. Diciotto mesi in barrique nuove e almeno 12 in bottiglia.

Un Merlot tattile, di gran carattere, ancora una volta rispondente allo stile de La Regola: struttura e freschezza. Splendida e quasi infinita la chiusura, su note balsamiche e di macchia mediterranea, già avvertita al naso.

La degustazione termina con “Sondrete”, il Passito Bianco di Toscana Igt ottenuto da Trebbiano, Malvasia e Colombana. La vinificazione prevede la permanenza per 10 anni in caratelli da 100 litri, più altri 12 mesi in vetro prima della commercializzazione. Il vino su cui La Regola può ancora migliorare molto.

Vino spumante Brut Nature Metodo Classico Millesimato: 89/100  
Bianco Costa Toscana Igt “Lauro”
: 87/100  
Rosso Toscana Igt 2015 “Vallino”: 91/100  
Rosso Toscana Igt  “La Regola”: 92/100  
Rosso Toscana Igt “Strido”: 90/100  
Passito Bianco di Toscana Igt “Sondrete”: 85/100  

IL FUTURO DE LA REGOLA
Non a caso Milano per Flavio Nuti. “Più dell’80% della nostra produzione – spiega – si concentra oggi tra le province di Pisa e Livorno. Crediamo sia giusto favorire i consumi di vino nei luoghi in cui viene prodotto e continueremo a puntare sulla ristorazione locale. Ma il futuro dell’azienda vuole passare anche attraverso un consolidamento all’estero“. Anche su questo fronte i fratelli Nuti hanno le carte in Regola.

Venti ettari, che entro due anni diventeranno 25, in produzione. Centomila bottiglie complessive, ad oggi, ma un potenziale di gran lunga maggiore vista l’attuale media di 50-60 quintali per ettaro di resa. E, sempre per l’estero, anche una storia da raccontare.

“La nostra cantina – spiega Flavio Nuti – oltre ad essere stata realizzata secondo i più moderni canoni ecosostenibili, è ispirata alla tradizione etrusca di cui è pregna la nostra zona. La barricaia è stata affrescata dall’artista Stefano Tonelli con l’Opera Sognum, che ripercorre la storia degli Etruschi e la loro venerazione per il vino, tanto da farsi seppellire con le anfore per rendere il viaggio per l’aldilà più leggero e all’insegna dell’ebbrezza”.

Storia e concretezza nel calice, dunque, per una cantina che merita un posto tutto suo nel panorama enologico della Toscana e dell’Italia della qualità. Purché si continui a seguire negli anni La (stessa) Regola.



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